Ieri sera sono andata a letto con l’immagine di Ezio Bosso al pianoforte e stamattina mi sono risvegliata ancora con quella stessa immagine e quelle dita che scorrevano veloci sui tasti, come se stessero danzando da sole. Avevo l’urgenza di mettermi davanti al pc e dirgli nel mio modo di essergli grata per quello che ha fatto. In primis mi ha emozionato, e parecchio, poi ha risvegliato la commozione a milioni di italiani ormai abituati più all’esteriorità che a quello che ognuno di noi custodisce dentro di sé.
In Ezio ho visto tante piccole e grandi Wondy, persone che credono nella parola “resilienza” e che come lui hanno imparato a vedere in un problema, in un disagio, in una malattia, una “opportunità”.
Nel novembre scorso Ezio Bosso, in occasione dell’uscita del suo album “The 12th Room” ha detto:
«“Ho smesso di domandarmi perché. Ogni problema è un’opportunità”»
Io a volte ancora mi domando perché (anche se so che serve a ben poco), però concordo con Ezio, ci penso spesso e ne ho scritto proprio qui, e credo che il suo sia il modo giusto per affrontare la vita. Tutto può essere un’opportunità. Anche il cancro, anche la Sla e anche il terribile neuroblastoma, come racconta egregiamente nel docufilm “Resilienza“ il mio amico Paolo Ruffini (che dietro a quel faccino birichino ha un cuore grande così).
Mentre scrivo, proprio in questo momento, i miei pensieri si sovrappongono in un vortice senza fine… Penso al mio film preferito “Lezioni di piano” e alla colonna sonora di Nyman e penso che tutto sia legato da un filo trasparente. Solo due giorni fa mi sono scritta con Paolo Ruffini e ho rivisto per la seconda volta il suo documentario e solo ieri sera ho incontrato Ezio Bosso. Ezio, lo ammetto, non ti conoscevo, ma ora prometto che non ti mollerò più. Avrei tanto voluto imparare a suonare, ma ho studiato altro e non me ne pento.
Hai detto “La cosa peggiore che possa fare la malattia è tenermi fermo. Ogni giorno che c’è, c’è. E il passato va lasciato a qualcun altro“. Concordo in pieno. Rimango ad ascoltarti, a sognare, a pensare alle stanze della mia vita e ai viaggi che ancora devo fare. Guardo al domani e lascio il passato ad altri.
Grazie. (E per una volta sono felice di aver visto Sanremo!)